Postura e Occlusione
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E’ appurato come, e quanto, l’AS sia potente nel condizionare il resto del corpo, ma la domande è: come?
La stretta correlazione esistente fra la posizione delle diverse parti scheletriche del corpo nello spazio ed il continuo rapporto di regolazione esercitato dal Sistema Nervoso Centrale sulla muscolatura, tramite l’elaborazione delle informazioni ricevute dai propriocettori parodontali, articolari e muscolari, in aggiunta agli stimoli sensoriali, determina continue variazioni della postura del capo e della posizione della mandibola e dell’osso ioide.
In altre parole, il nostro Sistema Nervoso Centrale (SNC) comanda il corpo in base alle informazioni che le diverse parti del corpo passano al SNC stesso.
E’ un sottilissimo equilibrio: prendendo in riferimento l’apparato stomatognatico nella sua normalità, il SNC avrà un feedback da parte di questo positivo, e di conseguenza il SNC manderà un comando di posizionamento alla mandibola, all’osso ioide e alla testa di adattamento. Ma se ci fossero una o più problematiche all’apparato stomatognatico (malocclusione, precontatti, mancanza di denti, masticazione monolaterale, problematiche all’Articolazione Temporo Mandibolare, etc.) il SNC riceverà di conseguenza delle comunicazioni da parte dei vari recettori di scompensi. Considerando che il nostro corpo ricerca in tutti i modi l’equilibrio, le parti del corpo vicine a quella scompensata verranno utilizzate per cercare di riequilibrare il sistema creando il “compenso allo scompenso”.
Ma questa situazione è tra le più pericolose, in quanto è un effetto domino che può facilmente prolungarsi sino allo stato patologico.
“Quando un dente è in contatto prematuro, i muscoli elevatori dello stesso lato subito si rilasceranno consentendo la contrazione ai muscoli abbassatori (flessori) omolaterali. Se lo stimolo nocicettivo diviene duraturo, i muscoli devieranno la mandibola in un’intercuspidazione più confortevole, alterando così la loro postura e quindi il tracciato elettromiografico.”
Le catene muscolari fanno il resto, proiettando la disfunzione a livello dell’apparato stomatognatico anche fino all’appoggio podalico. Per questo è molto importante considerare il corpo in maniera completa e non segmentata, qualunque problematica potrebbe essere risolta riequilibrando un altra parte del corpo:
“La consapevolezza di ciò porta anche alla variazione delle nostre terapie, molte volte solamente sintomatiche.”
Per quanto riguarda la sintomatologia clinica di una malocclusione, otre ai sintomi classici locali (dolenzia alle ATM con rumori in apertura e/o chiusura, dolori facciali, tensione ai muscoli masticatori, facile stancabilità alla masticazione), molte volte si associano i sintomi più generali (cefalea, vertigini, dolori cervicali, dolori lombo-sacrali, acufeni, etc.), che più difficilmente si rapportano direttamente ad una patologia disfunzionale
Si può concludere che il motivo dello scatenarsi di molte sintomatologie dolorose posturali va ricercato nel fatto chenon si realizzano i presupposti per un occlusione stabile, in quanto determinate situazioni cliniche (precontatti, estrusioni, migrazioni, mancanza di denti, etc.) portano la mandibola a chiudere in modo eccentrico.
Ambrosio R., Bisogno M., Carano M., Carano M., Esposito A.
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